Teatro

Quando venire in Italia era un'esperienza da fare almeno una volta nella vita

Quando venire in Italia era un'esperienza da fare almeno una volta nella vita

Una grande mostra lo ricorda a Carrara.

Apre al pubblico sabato 2 luglio, presso Palazzo Cucchiari, sede della Fondazione Giorgio Conti a Carrara, la mostra "Città del Grand Tour dall'Hermitage e paesaggi Apuani da collezioni Italiane", a cura di Sergej Androsov e Massimo Bertozzi. Per l’occasione saranno esposte una quarantina di opere, dipinti, disegni e acquerelli provenienti dal Museo dell’ Hermitage di San Pietroburgo e da collezioni pubbliche e private italiane.

Il Voyage of Italy è stato, tra lo scorcio finale del XVII e la prima metà del XIX secolo, un'esperienza da compiere almeno una volta nella vita, per i rampolli delle principali famiglie europee, appartenenti sia alle aristocrazie nobiliari sia alle nascenti borghesie commerciali e finanziarie, fino a diventare una vera e propria mania per tutti coloro che se lo potevano permettere. Perchè? Semplicemente per il motivo che da sempre la conoscenza dell'Italia, del suo straordinario patrimonio artistico e della sua civiltà millenaria, ma anche delle qualità naturali ed umane di un paese bello e complicato, è stata una parte significativa della formazione culturale delle élite e non di tutta Europa. Il Grand Tour era dunque molto di più di un semplice viaggio turistico: era un periodo di straordinaria formazione a contatto con una storia e una cultura eccezionali. Ogni uomo di cultura europeo sognava di fare almeno un viaggio in Italia, per le testimonianze del passato classico, greco  e romano, per gli splendidi paesaggi bucolici, per apprezzare un modo di vivere quasi spensierato, dove le difficoltà quotidiane venivano stemperate da una infinità di feste e da innumerevoli occasioni di intrattenimento e di spettacolo.

Roma era la meta principale, ma il viaggio, sia all'andata che al ritorno, era scandito dalle soste, più o meno prolungate, nelle principali città disseminate lungo il percorso. Per questa mostra sono state selezionate alcune delle vedute tradizionali del Viaggio in Italia, riunite insieme come una galleria di “ritratti” di luoghi, dell’immaginazione e della memoria, Così ai dipinti di alcuni dei “pionieri” del Grand Tour, come i fiamminghi Jan Miel e Hendrik Frans van Lint, l’olandese Johannes Lingelbach, il tedesco Philipp Hackert, il francese Hubert Robert, veri e propri punti di riferimento, nelle varie epoche, delle comitive straniere in visita a Roma o a Napoli, si accostano quelli di una nutrita schiera di vedutisti italiani, da Giovanni Paolo Panini a Ippolito Caffi, da Giulio Carlini ad Angelo Inganni, fino alla svolta naturalista di Giovanni Fontanesi. Ecco così le più apprezzate cartoline italiane: dal Panorama con l’Arco di Tito di Hendrik Frans van Lint alla veduta del Colosseo di Hubert Robert, dalla Veduta del Golfo di Baia di Carlo Bonavia alla Veduta di Roma e Castel Sant’Angelo di Ippolito Caffi, dalla Veduta del Canal Grande di Antonio de Pian alla Piazza del Duomo di Milano di Angelo Inganni.

Ma anche le curiosità delle tradizioni locali e dello strano stile di vita degli italiani: il Ciarlatano di Jan Miel, il caotico Mercato in Piazza di Iohannes Lingelbach; e poi le feste, da quella sfarzosa davanti al Palazzo del Quirinale di Antonio Cioci, al rumoroso carnevale veneziano nel Concerto in Gondola di Friedrich Paul Nerly, alla festa privata a cui sembra disporsi La famiglia Tolstoj a Venezia, nel dipinto di Giulio Carlini. Ma Roma rimaneva pur sempre la capitale della cristianità, ed ecco allora l’allusiva Predica di San Paolo, in mezzo alle rovine dell’antica Roma di Giovanni Paolo Panini, e poi la devozione popolare e visionaria, nella Preghiera alla vergine Maria di Joseph Severn o la devozione più raccolta e composta Nella chiesa S. Maria della pace di Anselmo Gianfanti. Alle vedute classiche del Grand Tour, la mostra affianca una sezione sulla “scoperta” del paesaggio apuano, un territorio la cui naturalezza ha suscitato forti impressioni già negli antichi viaggiatori, da Francesco Petrarca a Michel de Montaigne, e che si impone all’attenzione dei viaggiatori moderni, grazie al panorama delle sue montagne, che formano l’orizzonte, lontano o vicino, di un ampio territorio, da Firenze a Lucca a Pisa, oltre che per la costa ligure o alto tirrenica, da Lerici, con il suo Golfo dei Poeti, fino a Livorno.

Dal 2 luglio al 23 ottobre 2016 a Carrara, Palazzo Cucchiari- Fondazione Giorgio Conti Via Cucchiari 1
Orari: da Martedì a Giovedì: 10:00 – 12:00 / 17:00 – 22:00 Venerdì, Sabato e Domenica: 10:00 – 12:00 / 17:00 – 23:30 Lunedi chiuso  Info: 0585 72355